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Orchestra di chitarre classiche dal 1978

Il mondo della chitarra


Breve profilo storico della chitarra di Enrico Parravicini

La chitarra, nella sua forma attuale, è uno strumento cordofono della categoria dei liuti, a manico lungo, con cassa armonica a forma di otto e foro di risonanza circolare. Il piano armonico è di abete (sostituito talvolta dal cedro rosso canadese), mentre le fasce ed il fondo sono generalmente di legno duro (palissandro, acero o pero). Il modello di chitarra detto “classica” ha la cordiera incollata alla tavola armonica , con ponticello incorporato, manico con tastature metalliche, fondo piatto e cavigliere a paletta; a quest’ultimo un sistema meccanico di tensione collega le sei corde, per mezzo di chiavi a vite senza fine.

Al pari del liuto, della vihuela, o di altri strumenti a corda pizzicata, la chitarra fu impiegata come strumento da camera prevalentemente solistico fino dal 1500, ad opera soprattutto dei vihuelisti spagnoli del “siglo de oro”, la cui pratica strumentale produsse importanti benefici nello sviluppo tecnico e musicale dello strumento. Fra i tanti compositori dell’epoca, emerge il nome di  Luis Milàn  (1500 – 1561), nella cui opera “El Maestro” si può ravvisare il primo esempio organico di letteratura chitarristica.

Anche nel ‘600 la fortuna dello strumento continuò, per merito soprattutto di due grandi figure: quella dell’italiano  Francesco Corbetta  (1615 – 1681) e quella del francese  Robert de Visée  (1660 – 1720); quest’ultimo, insegnante personale di Luigi XIV, coinvolse a tal punto il Re Sole nell’amore per la chitarra, che il Re ne rese obbligatoria la pratica per chiunque risiedesse a Corte.

Per quasi tutto il ‘700 la fortuna della chitarra fu scarsa, ma, sul finire del secolo, con l’introduzione della sesta corda e con l’abbandono della notazione con il sistema della intavolatura, iniziò il periodo di massimo splendore per lo strumento, che vide il proprio palcoscenico popolarsi di una apprezzata schiera di didatti, concertisti e compositori, che possono essere attribuiti a due grandi scuole fondamentali: la spagnola e l’italiana. Nella prima dominano le figure di  Fernando Sor  (1778 – 1839) e di  Dionisio Aguado  (1784 – 1849); nella seconda quelle di  Mauro Giuliani  (1781 – 1829) e di  Ferdinando Carulli  (1770 – 1841). Quest’ultimo fu anche autore di un metodo completo per l’apprendimento della tecnica chitarristica, che ancora oggi, a duecento anni dalla sua prima pubblicazione, è considerato una pietra miliare della letteratura didattica ed è abitualmente in uso nei conservatori e nelle scuole private. In questo periodo anche alcuni celebri compositori non chitarristi si interessarono dello strumento; per citarne solo due:  Luigi Boccherini  (1743 – 1805) inserì la chitarra in dodici quintetti e  Niccolò Paganini  (1782 – 1840) le dedicò un centinaio di composizioni solistiche e la inserì in altre opere da camera.

Durante il periodo romantico, la chitarra sopravvisse soprattutto per merito dello spagnolo  Francisco Tarrega  (1852 – 1909), che ne intuì per primo le enormi possibilità espressive non ancora indagate; in questo senso Tarrega può essere considerato il fondatore della moderna scuola della chitarra, con la introduzione di alcuni fondamentali principi di impostazione e di esecuzione, quali la posizione dello strumento sulla gamba sinistra, il tocco appoggiato e la tecnica del tremolo. Alla scuola di Tarrega, o comunque sul suo esempio, si sono formati poi tutti i grandi chitarristi del ‘900, da Llobet a Pujol, da Segovia a Yepes. 

A questo proposito, non può essere ignorato l’apporto determinante dato alla diffusione ed alla popolarità della chitarra nel ventesimo secolo, dallo spagnolo  Andrés Segovia  (1893 – 1987), che fu concertista virtuoso e prolifico trascrittore di opere tratte dal repertorio classico tradizionale per liuto e clavicembalo, ma anche di autori a lui contemporanei (come Isaac Albeniz), di cui ripropose in chiave chitarristica alcune composizioni, che oggi, forse, vengono eseguite più spesso nella sua trascrizione per chitarra che nella versione originale destinata ad altri strumenti. 

Dal ‘900 ai giorni nostri, con la riscoperta degli antichi strumenti, autori di indirizzo impressionistico e neoclassico hanno arricchito la letteratura chitarristica moderna di opere fondamentali, che non possono che rafforzarne la già stabile ossatura. Ricordiamo i nomi degli spagnoli  Manuel De Falla  (1876 – 1946),  Joaquin Turina  (1882 – 1949) e  Joaquin Rodrigo  (1902 – 1999), del brasiliano  Heitor Villa Lobos  (1887 – 1959), del messicano  Manuel Ponce  (1882 – 1948, dell’italiano  Mario Castelnuovo Tedesco  (1895 – 1968 e del cubano )  Leo Brower  (1939).

Bibliografia:
La nuova enciclopedia della musica Garzanti. Milano, 1983 Carlo Carfagna – Profilo storico della chitarra Berben, Ancona, 1966 Alessandro Melchiorre – La chitarra nella musica colta Mazzotta, Milano, 1978

Vihuelista e compositore spagnolo. Il suo libro di intavolature intitolato EI Maestro, apparso a Valencia nel 1536 e dedicato a re Giovanni III di Portogallo, è la e prima opera del genere pubblicata in Spagna. Contiene i primi esempi scritti di stile rubato (le fantasie di consonancias y redobles) e di monodie (villancioos, romances e sonetti) con accompagnamento originale. Le celebri “Sei Pavane” da El Maestro sono ancora oggi materiale didattico consueto e presenti spesso in programmi da concerto.

Chitarrista e compositore. Fu il più celebre chitarrista del sec. XVII, ammirato e protetto da sovrani come Luigi XIV e Carlo Il d'Inghilterra. Gaspar Sanz lo definì .”il migliore di tutti”. Dal 1639 al 1674 pubblicò vari libri, tra i quali il celebre “La guitarre royale”, costituiti da suites e da danze con variazioni, quali passacaglie, ciaccone, follie.

Chitarrista, tiorbista e compositore francese. Fu attivo alla corte di Luigi XIV. Pubblicò raccolte per chitarra (1682 e 1686) e per tiorba (1716). La sua produzione è costituita da danze concatenate in suites, nelle quali mostra raffinata eleganza e ricca inventiva.

Chitarrista e compositore spagnolo. Ricevuta una solida educazione musicale nel monastero di Montserrat, si dedicò nella prima gioventù a lavori operistici e, in seguito, a musiche per balletti. La sua fama è però legata all'attività concertistica, che esercitò principalmente a Londra e a Parigi. Per il suo strumento ha lasciato un nutrito repertorio (sonate, fantasie, temi con variazioni, studi) di impeccabile costruzione e di stile fondamentalmente classico, che fa di lui uno dei maggiori autori per chitarra di tutti i tempi. Le sue opere sono presenti in tutti i principali programmi didattici e nei programmi da concerto dei maggiori interpreti.

Chitarrista e compositore spagnolo. Conobbe grande successo a Parigi, dove visse dal 1826 al 1837, sia come interprete (anche in duo con Fernando Sor), sia come compositore e didatta. I suoi metodi presentano una chiara esposizione dei principi tecnici, e contengono pregevoli studi. Nelle opere per chitarra, di stile classico, inserì talvolta elementi del folklore spagnolo.

Chitarrista e compositore. Svolse la sua attività più feconda a Vienna, dal 1806 al 1819, e poi in Italia, dove rimase sino alla morte. Nella capitale austriaca conquistò ampi successi sia come solista sia suonando insieme ad altri prestigiosi esecutori. Fu compositore di altissime qualità,m che meritò la stima e l’amicizia di Beethoven. Tra le sue opere spiccano, oltre alle numerosissime per chitarra sola, tre concerti per chitarra e orchestra di vaste proporzioni, duetti per flauto o violino e chitarra, per pianoforte e chitarra, per voce e chitarra. Nel suo stile risaltano e si fondono perfettamente l'elemento brillante, la solida costruzione forma1e e l'ispirata cantabilità. I figli Michele ed Emilia furono pure ottimi chitarristi.

Chitarrista e compositore. Dopo aver svolto la sua attività in Italia, nel 1818 si trasferì a Parigi, riscotendo grande successo come didatta e come compositore. Gli editori parigini pubblicarono quasi tutti i suoi lavori, che comprendono circa 400 numeri d'opera, tra cui i celebri metodi (L 'harmonie applique à la guitare, 1825), scritti con intelligenza e con particolare cura per il periodo iniziale di studio. Le sue composizioni, di valore discontinuo, ma non prive di fresca inventiva, sono per chitarra sola, due chitarre. chitarra con altri strumenti. oltre a tre concerti per chitarra e orchestra e a un concerto per flauto e chitarra.

Compositore e violoncellista italiano. Rinomato come autore di musica da camera e apprezzato esecutore di violoncello (fu tra i primi a innalzare lo strumento a livelli di virtuosismo), studiò a Roma, dove per un breve periodo fece parte dell'orchestra di Giovanni Battista Sammartini. Primo violoncello della Cappella lucchese, svolse un'intensa attività concertistica in tutta Europa, dalla Francia alla Russia, dall'Austria alla Spagna. Fu proprio il soggiorno in Spagna che conquistò Boccherini alla chitarra, per la quale compose dodici quintetti, nei quali la inserì con dignità pari agli altri strumenti ad arco.

Violinista e compositore italiano. Il suo esordio di virtuoso di violino avvenne a nove anni e già a tredici intraprese alcune tournée in Lombardia. Nel 1801 si dedicò alla chitarra, scrivendo un centinaio di composizioni per questo strumento. La tecnica e l'abilità esecutiva di Paganini erano sbalorditive al punto tale da indurre i suoi contemporanei a considerarle come facoltà di origine diabolica. Era in grado sia di eseguire pezzi di grande complessità usando una sola corda dello strumento, sia di suonare contemporaneamente due o tre parti dando l'illusione di essere in presenza di più violini.

Chitarrista e compositore spagnolo. Nel lungo periodo di decadenza della chitarra, durante la seconda metà dell'Ottocento, rimase l'unica figura di prestigio tra i cultori dello strumento. Tuttavia egli si svincolò dalla grande tradizione che lo aveva preceduto e contribuì grandemente, tramite repertori nuovi, quasi tutti basati sulle trascrizioni di opere del repertorio classico tradizionale, a far cadere nell' oblio i più autorevoli compositori della chitarra. Le sue composizioni, di carattere intimista, sono improntate al linguaggio romantico, e prediligono le forme brevi. Tra le opere migliori vanno ricordati i Preludi.

Chitarrista spagnolo, uno dei più grandi virtuosi dello strumento a corde. Studiò a Granada, dove si era trasferito nel 1902 e dove debuttò a 14 anni. In seguito tenne concerti a Barcellona e a Parigi, esibendosi poi in tutto il mondo. Molti compositori contemporanei hanno scritto per lui, a cominciare da Manuel Ponce, Mario Castelnuovo Tedesco, Manuel De Falla, Joaquin Rodrigo ed Héitor Villa-Lobos. Egli stesso realizzò molte trascrizioni per chitarra, in particolare di musiche per liuto o clavicembalo.

Compositore spagnolo. Talento precoce, studiò composizione con il musicologo Felipe Pedrell. Dal 1905 al 1907 insegnò pianoforte a Madrid e, dal 1907 al 1914, visse a Parigi. Stabilitosi di nuovo in Spagna vi rimase sino allo scoppio della seconda guerra mondiale, quando si trasferì in Argentina. Sotto l'influenza di Pedrell, secondo il quale la tradizione popolare di un paese doveva essere la base della sua musica colta, De Falla sviluppò uno stile nazionalistico che caratterizzò in maniera del tutto originale le sue composizioni. Tra le sue composizioni, per lo più musica da camera e strumentale, figura anche musica per chitarra.

Compositore spagnolo. Dopo aver studiato con d'Indy a Parigi (dove divenne amico di De Falla e Albeniz), dal 1914 visse a Madrid. Fu, con De Falla, uno dei più significativi esponenti della nuova scuola musicale spagnola del Novecento. Nelle sue composizioni amalgamò felicemente gli stilemi dell'impressionismo francese con elementi pittoreschi e realistici tratti della musica popolare andalusa. Si ricordano opere teatrali, una zarzuela, musiche di scena e altro per orchestra; molta musica da camera, un quartetto d'archi con liuto, musiche per chitarra, per organo e circa 25 liriche.

Compositore spagnolo. Cieco dall’infanzia, fu allievo di Paul Dukas a Parigi e insegnò storia della musica all'Università di Madrid, dove lavorò anche come conferenziere e pianista. Il brano più noto di Rodrigo è il Concierto de Aranjuez (1939) per chitarra e orchestra, efficace combinazione di folclore iberico e lirismo tardo-romantico. Rodrigo non si è mai allontanato dalle radici del folclore spagnolo, linfa vitale delle sue composizioni.

Il più celebre compositore brasiliano del XX secolo. Autodidatta, nel 1912 accompagnò una spedizione scientifica nell'interno del Brasile per studiare la musica delle tribù indigene, esperienza che ebbe poi notevole influenza sul suo stile. Durante un periodo di studi a Parigi dal 1922 al 1930, effettuato grazie a una borsa di studio del governo brasiliano, subì l'influsso di Stravinskij, Satie e, in particolare, di Milhaud, che aveva conosciuto in Brasile nel 1919. Apprezzato direttore d'orchestra, Villa-Lobos fu un compositore assai prolifico ed estremamente versatile: pur senza mai fare uso del folclore riuscì comunque a creare melodie originali secondo lo stile popolare brasiliano, rielaborandole poi in modo personale. Per la chitarra compose cinque preludi, dodici studi, una suite popolare brasiliana ed un concerto per chitarra e orchestra, composizioni da sempre in repertorio ai concertisti di tutto il mondo.

Compositore messicano. Dopo aver studiato a Parigi con Paul Dukas, abbandonò lo stile salottiero allora in voga in Messico per conferire al proprio linguaggio compositivo un'impostazione più rigorosamente contrappuntistica che arricchì con influenze provenienti dall'impressionismo e dal folclore indio-messicano. Le sue opere per chitarra, tra le quali il celebre Concierto del Sur (1940), dedicato ad Andrés Segovia, sono diventate classici del repertorio concertistico di questo strumento.

Compositore italiano. Studiò a Firenze con Ildebrando Pizzetti. Si affermò con l'opera La Mandragola nel 1925, ma già a quindici anni aveva iniziato a comporre. La sua produzione fu ricca e varia: opere teatrali, sinfoniche, da camera e anche musica da film. Ebreo, nel 1939 fu costretto dalle leggi razziali a emigrare negli Stati Uniti dove insegnò nel Conservatorio di Los Angeles. Ebbe la cittadinanza americana nel 1946. Scrisse anche due concerti per chitarra e orchestra.

Chitarrista e compositore cubano. Le sue scelte interpretative sono rivolte principalmente alla musica contemporanea. Ha composto per il suo strumento opere in cui il richiamo a ritmi e colori della sua terra si fonde con reminiscenze bartokiane.