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Orchestra di chitarre classiche dal 1978

Il mondo della chitarra


Villa Lobos: due anime e uno strumento di Juan Manuel Puente

L'aspetto più caratteristico della produzione di Villa Lobos (Rio de Janeiro 1887 - ivi 1959), vale a dire l'unione tra popolare e colto, trova nel rapporto con la chitarra, la sua espressione emblematica. Fra la prima e l'ultima composizione per chitarra di Heitor Villa Lobos, una Mazurka in Re maggiore e i suoi Veleiros (Os cantos da floresta tropical) per .voce e due chitarre, corre un periodo di cinquantanove anni di proficua produzione musicale. Sebbene attratto dai generi musicali più vari, per alcuni dei quali (si pensi ai celebri Bachianas) giunse ad inventare una forma nuova, Villa Lobos seppe coltivare assiduamente l'arte della chitarra. Cioè il violao, l'equivalente portoghese della chitarra, termine equivoco per coloro che non conoscono il segreto di tale denominazione. Heitor Villa Lobos aveva imparato già da bambino a dominare lo strumento (la Mazurka in Re risale al 1900, cioè quando il compositore aveva soltanto tredici anni) creandosi quella tecnica della quale si sarebbe avvalso nel momento opportuno per stimolare anche ...il virtuosismo dei maggiori maestri dello strumento. La riprova ci viene da questo racconto dello stesso Villa Lobos circa il suo primo incontro con Segovia, punto di partenza di un'amicizia duratura e utile per l'arte. "Incontrai Segovia", racconta Villa Lobos, "nel 1923 o 1924, non ricordo esattamente la data, a casa di Olga Moraes Sarmento Nobre. Nella sala era riunita molta gente importante ("uma princesada", scrive il Maestro nella sua colorita prosa). Vidi un giovanotto dalla folta chioma completamente circondato di donne. Lo trovai un tantino pretenzioso, nonostante mi risultasse subito simpatico. Il violinista portoghese Costa chiese a Segovia se conoscesse Villa Lobos, senza però fargli notare che io mi trovavo li, Segovia rispose che Miguel Llobet gli aveva parlato di me e gli aveva mostrato alcune mie opere. In realtà, io avevo scritto per Llobet un Valzer da concerto la cui partitura è andata smarrita. Segovia aggiunse allora che trovava anti-chitarristìche le mie composizioni dato che ricorrevo a certi espedienti inadatti allo strumento. Soltanto allora Costa gli disse che io ero presente al ricevimento. Allora mi avvicinai a Segovia chiedendogli perché trovasse anti chitarrìstiche le mie composizioni. Va da sé che Segovia non tu contento di sapere che io ero presente e avevo ascoltato la conversazione Comunque rispose che, ad esempio, il dito mignolo non si utilizzava nella tecnica della chitarra classica. A mia volta gli risposi piuttosto piccato; "Ah! non si usa eh'? allora perché lei possiede quel dito? Se lo tagli, quindi! Se lo tagli!" Cercò di replicare, ma senza lasciarlo parlare, gli dissi: "Mi permette un momento la sua chitarra?" Segovia, manco a dirlo, resistette il più possibile dato che non presta a nessuno la sua chitarra. Ma non riuscì nel suo intento. Mi sedetti, suonai e non mi curai più della festa" (Herminho Bello de CarvaIho;...al quale si deve questo prezioso racconto, ci fornì anche la versione data da Segovia di come, quel giorno gli avevano strappato la sua chitarra delle mani, stando a un breve articolo del Maestro andaluso pubblicato nel numero 22 della rivista specializzata Guitar Review" "Di fronte.al deciso entusiasmo del Maestro Villa Lobos, dovetti rinunciare con enorme rincrescimento al mio proposIto che era soltanto quello di salvare i mio povero strumento dai rischi che tanta veemenza poteva causargli. E quindi non ebbi altro rimedio che prestarglielo" E qualche riga dopo. "Tutto il mondo musicale riconosce oggi il contributo del genio di Villa Lobos al repertorio chitarristico fu una benedizione per lo strumento e... per me". Ma restiamo al racconto illuminante fatto dal compositore "Segovia mi chiese dove avevo imparato a suonare. Gli risposi che non ero un chitarrista, nonostante conoscessi perfettamente la tecnica di Carulli, Sor, Aguado, Carcassi, ecc. A questo Segovia non rispose; rimise lo strumento nel suo astuccio e poco dopo lasciò la riunione. Il giorno dopo venne a casa mia con Tomas Teerà. Dissi loro che non avrei potuto riceverli in quel momento dato che avevo un invito a colazione e sarei tornato soltanto molto tardi. Se ne andarono e tornarono '. quando io ero già di ritorno da un pezzo; discorremmo e suonammo la chitarra fino alle quattro del mattino Mi diede l'incarico di comporre uno studio per lui. Ma, da quel momento in poi fu cosi profonda la nostra amicizia che, invece di un solo studio, ne scrissi. dodici". Oggi, a quarantaquattro almi dalla .sua morte, nessuno si azzarda a mettere in discussione il giudizio che considera Villa Lobos la più intensa, dominante e originale personalità di tutta la musica dell' America latina. La trascendenza internazionale della sua opera continua a riaffermare, di anno in anno, come sia apprezzata e duratura l'eredità artistica di questo grande compositore brasiliano. Per la sua molteplice e profonda gravitazione extracontinentale il suo nome e il suo catalogo di opere occupano un posto di tutta preminenza in qualsiasi enciclopedia o storia della musica. Un esame sommario del meraviglioso microcosmo costituito dai suoi preziosissimi apporti al repertorio della chitarra e della serena fonte dì emozioni che sono le sue Bachianas, dalla costruzione così varia e personale, testimonia l'assoluta perfezione con la quale, in un insieme creativo così impressionante, si realizza la geniale integrazione di elementi popolari,. così coloriti, di cosi Intenso sapore nazionalistlco, cosi amati da Villa Lobos, con i caratteri Internazionali della "grande musica", Se come è stato autorevolmente affermato, ~ vero che la musica è nata dall'espansione del sentimento religioso nell'uomo primitivo, è altrettanto vero che Villa Lobos si inserisce perfettamente in un tale schema originale. Per questo la sua musica che le generazioni future continueranno ad ascoltare con .commossa devozione estetica che rimane ancora, nonostante gli sforzi di quanti auspicano di spogliare la musica di ogni soggettivismo, il maggior privilegio della creatura umana. I preludi di Villa Lobos sono, ~ ..come pure i suoi Studi per chitarra o, forse, ancor più di questi ultimi tenuto conto dell'immediata ripercussione sulla sensibilità dell'ascoltatore, uno dei più trascendenti contributi che nel secolo XX siano stati inseriti nel repertorio dello strumento. Entro i limiti della "piccola orma", il grande compositore ha saputo riunire, con geniale senso dell'equilibrio, l'intensa emozione, l'originalità concettuale e lo studio delle risorse tecniche e delle possibilità sonore della chitarra. Scritti nel 1940 i Preludi erano sei ne] manoscritto originale ma sfortunatamente l'ultimo "o mais bonito de todos"' (il più bello di tutti), secondo il giudizio dello stesso compositore, è andato perduto ancor prima del pubblicazione e Villa Lobos non cercò mai più di ricostruirlo. Si compiacque invece a completare i cinque rimasti con sottotitoli, quasi una chiarificazione circa il loro carattere, per orientamento e a beneficio di tanto degli interpreti come degli ascoltatori. Ed ecco i sottotitoli: il primo "'Melodia lirica"; il secondo "'Melodia cappadocia"; il terzo "Omaggio a Bach"; il quarto "Omaggio agli indigeni, Caboclos"; il quinto, "Omaggio alla vita sociale"; il senso di quest'ultima denominazione non fu mai chiarito in realtà. Nonostante queste indicazioni sembrino voler fornire un vero e proprio programma, i cinque Preludi di Villa Lobos hanno il loro valore in se stessi, per la singolare ricchezza della loro ispirazione musicale.


(da Invito alla chitarra, anno 4 n. 41)